La TV dei Ricordi è una terapia NoN farmacologica per i malati di Alzheimer, il cui progetto pilota è attivo presso RSA di Carugate: Casa dell’Anziano San Camillo.
Buongiorno a tutti sono Claudio Scalzo, da 15 anni lavoro in Rsa.
Nel corso degli anni mi sono specializzato sulle terapie non farmacologiche.
Sono diventato musicoterapeuta presso la scuola di musicoterapia Arpamagica e nel frattempo mi sono specializzato con l’approccio capacitante e con la doll therapy.
La musica spesa in ambito relazionale non è solo il cuore di una professione, ma anche una filosofia di vita che ti accompagna nel percorso.
Nei paesi occidentali la popolazione anziana è per il 50/60% affetta da demenza. Accanto alla compromissione delle facoltà mentali, si accompagnano alterazioni della personalità e del comportamento. Ad oggi non esiste ancora una terapia farmacologica in grado di trattare efficacemente questo tipo di malattie.
Nel corso degli anni, accanto alle terapie farmacologiche, si sono consolidate le terapie non farmacologiche, con l’effetto principale atteso di miglioramento dei sintomi comportamentali e delle attività della vita quotidiana.
Dall’inizio degli anni 2000 gli esperti del settore si sono posti questa domanda:
è un bene o un male, per le persone colpite dalla malattia Alzheimer, guardare i programmi televisivi?
Dal 2011 all’interno della RSA. S. Camillo di Carugate, su proposta del Direttore Sanitario FRANCESCO SALERNO, è stato inserito il progetto “La TV DEI RICORDI”.
Nella malattia di Alzheimer, la memoria dei fatti recenti tende ad essere la più colpita, la capacità di ricordare ed emozionarsi per situazioni nella memoria remota è più conservata.
Con l’utilizzo di filmati, grazie agli studi musicoterapici ed alla conoscenza delle tecniche conversazionali, ho avuto l’opportunità di stimolare il partecipante a comunicare con gli altri, cantare, esprimere le proprie emozioni, riappropriarsi, seppur parzialmente, del senso ritmico e del movimento.
Nell’ospite con disturbi comportamentali, La TV dei Ricordi, si pone come obiettivo di stimolare a 360° l’espressività, da un punto di vista corporeo, emozionale e cognitivo. Il partecipante con questa terapia non farmacologica, viene considerato in una visione olistica.
Nelle persone affette da Alzheimer, i danni maggiori sono a carico della corteccia cerebrale, con evidente processo di atrofia cerebrale (riduzione del volume del tessuto encefalico) a carico della stessa e di alcune aree subcorticali, soprattutto legate a necrosi neuronale.
L’atrofia cerebrale interessa maggiormente la parte mediale del lobo temporale dove risiedono l’ippocampo (area della corteccia cerebrale fondamentale nella formazione di nuovi ricordi), l’amigdala, la corteccia entorinale e la corteccia paraippocampale: tutte aree deputate a controllare i ricordi e i processi di memorizzazione a breve e a lungo termine.
Altre aree coinvolte nel processo di atrofia sono il lobo parietale mediale e, solo nelle fasi medio-avanzate della malattia, il lobo frontale e il tronco encefalico (mesencefalo in particolare).
Nei malati di Alzheimer, la seconda importante anomalia visibile a livello cerebrale consiste nella dilatazione dei ventricoli laterali e, talvolta, del terzo ventricolo.
La dilatazione ventricolare osservata nei malati di Alzheimer è secondaria al processo di atrofia cerebrale: le cavità ventricolari diventano progressivamente più grandi al ritirarsi del tessuto cerebrale. La dilatazione dei ventricoli aumenta al progredire della malattia.
I sentimenti sono più forti della memoria?
Forse è proprio così…… quando un malato di Alzheimer non riconosce più un familiare perché la memoria è stata persa, ma il ricordo del sentimento che lo ha legato a quella persona sembra non svanire del tutto.
Le memorie che seguono la via implicita, via che governa le azioni senza che ci si renda conto, vengono archiviate in una zona più profonda rispetto alla corteccia cerebrale; questa area è il sistema limbico: probabilmente una delle ultime aree ad essere compromessa dalla malattia di Alzheimer.
Attraverso la TV dei Ricordi, l’ospite viene sollecitato a guardare un’immagine, un video, ad ascoltare una melodia o canzone per lui significativa e che riguardi il periodo prepatologico. L’attività lo aiuta ad aprirsi alle relazioni, stimolando la memoria rievocativa e donando la possibilità di recuperare parte dell’entusiasmo verso il vivere quotidiano.
L’ascolto durante l’attività, aiuta l’ospite a sviluppare movimenti spontanei in risposta agli stimoli ritmici, riequilibrando il disturbo comportamentale del wandering.
Durante l’emergenza sanitaria il progetto è stato uno strumento per aiutare gli ospiti a riprendere le loro sicurezze, a riappropriarsi del tessuto esperienziale ed emozionale. Ha favorito un incremento della partecipazione attiva nella proposta, allentando la concentrazione su di sé e rimanendo più aperto verso gli stimoli esterni. L’equipe ha potuto entrare a contatto con i ricordi, le emozioni e la storia di ogni degente.
La TV dei Ricordi non si contrappone alle altre terapie Non farmacologiche. Nel contesto di un quadro terapeutico ben articolato soddisfa il bisogno di regole fisse e routine. Per effettuare il progetto è necessaria una scheda autobiografica per ogni partecipante. Ho creato un protocollo ed al termine della somministrazione della terapia viene compilata una scheda di osservazione.
Ecco qui sotto la pagina Facebook che vi invito a seguire: https://www.facebook.com/AD.tvricordi
Grazie per la vostra attenzione
Claudio Scalzo
RSA CASA DELL’ANZIANO S.CAMILLO
ArpamagicA
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