Come si diventa e cosa fa il Musicoterapeuta

La preparazione musicale del musicoterapeuta

La preparazione musicale del musicoterapeuta è un tema importante e poco dibattuto.

1. Che tipo di competenze musicali sono necessarie alla professione del musicoterapeuta?
2. I musicisti formati nei conservatori italiani hanno queste competenze?
3. Ha senso iniziare una scuola di musicoterapia senza competenze musicali?

Proviamo rispondere a queste domande. Innanzitutto bisogna chiarire che la professione del musicista e quella del musicoterapeuta sono professioni sostanzialmente differenti. Il musicista ha come scopo fondamentale offrire al pubblico un performance migliore possibile sia da un punto di vista tecnico che artistico. Il musicoterapeuta ha come scopo principale la facilitazione dell’espressione da parte del paziente e la comunicazione e la relazione che va formandosi.
Le finalità differenti delle delle due professioni fa si che anche la formazione debba declinarsi secondo i principali obiettivi delle due professioni. La tecnica, il virtuosismo, l’esecuzione sarà appannaggio del musicista mentre il musicoterapeuta dovrà adoperarsi per poter intraprendere un dialogo sonoro con il paziente attraverso il linguaggio musicale che dovrà conoscere e gestire con disinvoltura anche senza spartito ed in modo estemporaneo secondo le esigenze del setting.

1 – Per rispondere alla prima domanda: il musicoterapeuta può avere anche una tecnica elementare da applicare al suo strumento, ma deve conoscere bene la sintassi del linguaggio musicale per poter accompagnare, improvvisare, cantare con voce naturale insieme al paziente. Deve altresì conoscere uno strumento armonico che possa usare per l’accompagnamento che è una pratica utile e usata pessissimo nelle sedute di musicoterapia, per il resto, ogni strumento musicale è utile in musicoterapia, dipende dalla strategia del musicoteapeuta.

2 – Per rispondere alla seconda domanda: i musicisti formati nei conservatori italiani non sempre hanno una preparazione che permette loro di accompagnare estemporaneamente una canzone o una melodia, magari improvvisata al momento, senza leggere uno spartito o senza aver imparato prima a memoria ciò che devono suonare. Questo limita la loro creatività nel settig e quella del paziente che potrebbe avere il desiderio di essere accompagnato estemporaneamente. Chi proviene dagli studi conservatoriali è sicuramente avvantaggiato rispetto le numerose conoscenze della teoria musicale e della tecnica strumentale ma deve fare lo sforzo di iniziare ad approcciare gli studi musicali con una visione nuova e con differenti punti di vista.

3 – Per rispondere alla terza domanda: secondo i principi deontologici di Arpamagica, non si può essere considerati musicoterapeuti se non si hanno almeno conoscenze musicali di base e se non si suona, anche con tecnica modesta, uno strumento musicale. Bisogna quindi scegliere una scuola di musicoterapia che si faccia carico di formare l’allievo per quanto riguarda le competenze musicali necessarie alla professione del musicoterapeuta. È possibile raggiungere tali competenze in un triennio di formazione (mentre tre anni non sono sufficienti per formare un musicista professionista). Arpamagica si fa carico di offrire questa formazione ai propri allievi che non hanno una preparazione musicale attraverso una didattica elaborata in 25 anni di esperienza formativa) dedicata alle persone adulte che si approcciano alla musica. La motivazione alla professione è considerata il requisito fondamentale per intraprendere la formazione. Un team di docenti, con esperienza trentennale di insegnamento musicale rivolto ad adulti principianti, è a disposizione degli allievi per ogni difficoltà.

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